E SE IL DESIDERIO SI ABBASSA?

Il fenomeno del basso desiderio sessuale (diagnosticato dai sessuologi come “disturbo da desiderio sessuale ipoattivo”) è più tipico e più frequente in quest’ultimo periodo storico sociale, soprattutto tra le coppie conviventi, anche in Italia.

 

CAUSE SOCIALI

Il ritmo frenetico della vita contemporanea, il logorìo quotidiano, i piccoli fastidi sottoforma di dissapori, sorprese spiacevoli, eventi inattesi, frequenti frustrazioni interpersonali, preoccupazioni finanziarie, sono quegli eventi stressanti condivisi, anche minimi, ma continuativi che favoriscono in persone più predisposte (v. vulnerabilità biopsichica) di altre la depressione del desiderio.

Sia uomo sia la donna si sentono esausti, sfiniti quando verso sera, dopo una intensa giornata, raggiungono il proprio partner nella abitazione condivisa.

C’è voglia solo di rilassarsi e riposare la stanchezza accumulata durante la giornata per riprendere l’indomani la corsa frenetica alla produttività ad ogni costo, imposta dagli attuali ritmi sociali. La voglia del piacere sessuale diventa un ricordo del passato.

 

CAUSE RELAZIONALI E SESSUALI

Concause, di un desiderio sessuale ridotto fanno riferimento alla conflittualità di coppia (causa, ma anche effetto che si alimenta reciprocamente) e la mancanza di attrazione verso il partner abituale (oggi molto più diffusa che nel passato).

La mancata (o anche ridotta) attrazione verso il proprio partner consegue al fenomeno psicologico dell’abituazione o “saziamento” dello stimolo, tipicamente più evidente durante la convivenza, per cui, sessualmente, la relazione appare conclusa. C’è affetto, ma la sessualità viene mortificata da una esposizione erotica continuativa e troppo disinvolta di ciò che all’inizio della relazione era stimolante anche per la sua novità e la sua bassa frequenza espositiva.

L’attrazione verso il partner abituale viene meno anche per una sovrabbondanza di stimoli sessuali sempre più disinibiti cui tutti noi incontriamo, volenti o nolenti, nella vita reale, alla televisione, sui giornali ed in internet per cui la voglia si deprime come quando l’appetito viene meno e per aver mangiato troppo (anche virtualmente) ci si sente sazi.

 

COSA PUÒ FARE IL SESSUOLOGO CLINICO?

Durante un incontro con il sessuologo clinico (la figura professionale di stretta pertinenza nel caso in cui il desiderio sessuale si riduca) vengono in primo luogo accertate o escluse eventuali cause organiche (ormonali, patologie fisiche, effetti indesiderati da farmaci) ed esplorata la storia personale di chi lamenta il problema, anche con test psicodiagnostici, se necessario.

Il sessuologo clinico valuta pure l’eventuale ortodossia religiosa, soprattutto se vissuta rigidamente da uno dei due membri della coppia, esplorate eventuali caratteristiche personologiche che evidenzino “personalità anedoniche”, con difficoltà a lasciarsi andare ed esprimere sentimenti teneri per eccessiva razionalità e rigidità morale.

Altre caratteristiche personologiche si riferiscono alla paura di perdere il controllo sugli impulsi sessuali per cui l’autocontrollo eccessivo decrementa automaticamente il desiderio.

 

LE PAURE

Le osservazioni del sessuologo clinico in ambito valutativo fanno riferimento anche all’orientamento sessuale (c’è sempre basso desiderio quando uno dei due partner è più orientato verso il proprio sesso) e ad una amplia gamma di paure tra cui, quelle più frequenti, la paura della gravidanza o la paura di coinvolgersi troppo, fisicamente e emotivamente, durante gli incontri sessuali con il proprio partner.

Solitamente la paura della gravidanza viene regolarmente negata dai partner che concordano sul fatto di desiderare i figli, tuttavia si attiva, di norma nel maschio, con i periodi di interruzione della contraccezione, anche per insorta menopausa.

Durante la menopausa quando la donna si sente più libera e più aperta al piacere senza esiti di possibile gravidanza il maschio si ritrae percependo un senso di pericolo di fronte una aperta disponibilità femminile.

 

 

AMORE E SESSO

Infine, sempre nel maschio si riscontra più frequentemente l’incapacità di fusione di sentimenti d’amore ( l’idea convinta della “seria, buona moglie e ottima madre”) col desiderio sessuale (la sindrome freudiana della “madonna/prostituta”) per cui c’è difficoltà di conciliare sentimenti di amore, stima e rispettabilità con la desiderabilità sessuale nella stessa figura femminile.

Per quanto sopra il basso desiderio sessuale viene considerata una patologia multicausale: solo dopo una accurata valutazione clinica di esplorazione delle cause possibili il sessuologo clinico è in grado di progettare una efficace terapia (se è anche specialista in psicoterapia) di coppia (a volte del singolo) allo scopo di incrementare il desiderio di uno dei due partner.

 

Liberamente tratto da Paolo Zucconi, Il manuale pratico del benessere, Ipertesto editore